Vacanze di Pasqua a Napoli – Ecco l’itinerario di una gita di otto giorni in camper con i bambini.
1° giorno: direzione Sud
Partenza nel tardo pomeriggio direzione La Spezia, quindi fino ad Alberese di Grosseto. Sosta per la notte sulla superstrada; posto abbastanza tranquillo perché il traffico nelle ore notturne è scarso.
2° giorno: Gaeta – Napoli
La mattina si prosegue verso la Campania con soste per il pranzo e lo shopping.
Arrivo nel primo pomeriggio a Gaeta. Lì finalmente, dopo tanti chilometri, possiamo scendere alla splendida spiaggia bianca a fare una passeggiata dove i bambini si possono divertire un po’ sulla sabbia.
Un bellissimo scenario, soprattutto il ripido sperone di roccia che arriva picco sul mare, ricoperto da ficus.
Da una delle belle spiagge raccolte tra le calette, con lo splendido mare “Bandiera Blu”, risaliamo poi le scale fino a raggiungere il maestoso castello Angioino-Aragonese del XIII secolo.
Torniamo poi al camper attraverso le strette viuzze del centro storico medievale.
Nel tardo pomeriggio ripartiamo sempre seguendo la costa.
Ci rendiamo conto che i modi di fare sulla strada sono cambiati. Infatti quando siamo fermi al semaforo le auto sbucano da destra, da sinistra e si mettono davanti a noi, in modo da trovarsi in prima fila quando si accende il verde. Mah…
Verso sera siamo a Pozzuoli, nell’area di sosta che abbiamo scelto.
3° giorno: Pompei – Napoli sotterranea
Pullman organizzato dal parcheggio Castagnaro, che con la guida ci conduce a Pompei a vedere il magnifico parco archeologico.
La visita dura circa due ore.
Qui veniamo condotti nelle vie dell’antica città portata alla luce nel 1860, dopo la scoperta delle sue rovine. La sua storia ha origine nel IX secolo a.C. quando venne occupata dai Greci, dagli Etruschi, dai Sanniti e quindi dai Romani. A seguito dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C. la città venne ricoperta da ceneri e lapilli per circa sei metri, questo conservò le abitazioni, le sagome delle persone, degli animali, delle piante per secoli fino ai giorni nostri.
Qui una guida molto vivace e spiritosa ci porta indietro nel tempo e ci fa rivivere Pompei nell’anno 79.
Città su modello delle città romane, che allora aveva una popolazione di ventimila abitanti. Aveva due arterie longitudinali e due trasversali, decumani e cardini; vicino alle porte cittadine e al Foro sorgevano alberghi e rimesse per gli animali; sulle vie principali si trovavano osterie e bar; ogni abitazione aveva la propria cisterna alimentata dai tetti che conducevano l’acqua nelle vasche di raccolta.
Da Roma un acquedotto portava l’acqua alle terme, alle fontane pubbliche e alle abitazioni delle famiglie più agiate.
È molto interessante la visita e conoscere la vita di artigiani, marinai, commercianti, schiavi, uomini, donne e bambini della città.
È molto bello che oggi sia possibile visitarla e consiglio a chiunque di esplorarla con una guida.
Questa visita rimarrà impressa nella mente per sempre e anche i bambini si divertiranno un sacco, è da non perdere in una gita a Napoli.
Nel pomeriggio lasciamo il nostro alloggio e camminiamo per circa un chilometro fino alla Cumana, la metropolitana napoletana. Scendiamo alla fermata Monte Santo e camminiamo per via Toledo, fino a piazza Trieste al bar Gambrinus, il “più famoso” bar di Napoli.
Lungo la strada c’è moltissimo traffico di mezzi e di persone. Notiamo parecchie auto ammaccate e moto che trasportano tre o quattro persone. Assistiamo persino a più processioni con madonne, stendardi, majorette e banda al seguito. Uno spettacolo a tutto tondo!
Non a caso arriviamo fino al bar Gambrinus, perché qui abbiamo l’appuntamento con la guida per visitare Napoli sotterranea.
La guida si rivela da subito molto socievole e spassosa; conquista la simpatia dei bambini e in modo spiritoso ci racconta questo mondo nascosto.
Si entra da una casa privata per poi scendere per una scala quadrata per circa una ventina di rampe.
Qui sotto i locali scavati nella roccia di tufo, materiale lavico poroso e duro, ma allo stesso tempo leggero.
Già i Greci per portare l’acqua a Napoli scavavano cunicoli sotterranei e acquedotti.
Sotto ogni palazzo c’era una cisterna rivestita con della pietra che si utilizza per l’estrazione del cemento e che serve per impermeabilizzare.
Dalla cisterna salivano dei condotti di un metro per un metro; servivano per prendere l’acqua con i secchi. Ogni abitazione aveva il proprio accesso alla cisterna. Una volta al mese l’uomo che si occupava di portare su l’acqua si faceva pagare dagli abitanti delle case che lasciavano i soldi sul muretto; se qualcuno non pagava lui intorpidiva l’acqua fino a quando non aveva i soldi.
La stupefacente Napoli sotterranea, pure questa parte di Napoli è da vedere con i bambini.
Le gallerie sono larghe circa sessanta centimetri nella parte più alta e venticinque nella parte bassa; l’altezza è di circa un metro e mezzo. Dal 1600 circa era vietato portare in Napoli pietre per costruire palazzi, così i napoletani iniziarono a scavare nel sottosuolo e a prendere il tufo per costruire e alzare le loro case. Il tufo è molto resistente e leggero. Gli abitanti scavavano a bottiglia o a trapezio, in modo che le case avessero comunque solide basi.
In seguito le cisterne sono diventate grandi stanze alte anche venti metri. Durante le guerre sono state usate come rifugi antiaerei. C’era posto per fino a sessanta mila persone. Nella Seconda Guerra Mondiale erano servite per custodire viveri.
Gli ingegnosi napoletani hanno progettato le latrine costruendole su fenditure naturali del terreno formate dal ritiro della lava. In questo modo i liquami defluivano direttamente nel mare.
Alcune curiosità che ci ha rivelato la guida sono che sotto terra stanno meglio gli asmatici per l’assenza di pollini, e gli ipertesi; inoltre c’è una muffa che distrugge alcuni microrganismi patogeni. La temperatura è costante sia in inverno che in estate.
Ad un certo punto arriviamo a una stanza e la guida ci propone un esperimento. Prima ci chiede se nessuno soffre di claustrofobia e se vogliamo provare. Spegne le luci e noi stiamo in silenzio, al buio, ad ascoltare le nostre impressioni. Non si sente nulla, il buio mi fa mancare il respiro, percepisco quasi un senso di soffocamento, non vedo l’ora che torni la luce per riuscire ad avere di nuovo un equilibrio e una direzione. È davvero difficile vivere questa condizione. Il nostro accompagnatore è stato acuta nel farci provare questa situazione. Le emozioni e le sensazioni di quell’ambiente sono davvero intense.
Verso le venti abbiamo percorso la via Chiara per andare a prendere la metro in piazza Amedeo, camminando per quasi due chilometri. Cena al camper alle 21:30. Belli stanchi, ma… che giornata entusiasmante!
11 aprile, Pasqua.
Messa a Quarto alle 11, durata quasi due ore. Litanie a non finire. Penso che ci sarà bastata per tre mesi quella messa.
In bici siamo andati a comprare il pesce, spigole e cozze, poi arachidi, semi di zucca, pistacchi, lupini, fragole, limoni.
Arrivati al parcheggio abbiamo lavato il pesce e preparato il barbecue. Il profumo del pesce ci stuzzicava l’appetito e si mischiava con quello della carne, costine, salamelle, costolette d’agnello, che stavano cuocendo sulle griglie degli altri camperisti.
Finalmente alle 14:30 è arrivata l’ora del pranzo. Menù a base di pesce grigliato e cozze con aglio, olio e limone, accompagnato da un fresco vino rosé, insalata, frutta secca, fragole con zucchero e limone. Sì, un buon menù di Pasqua. C’è da dire che per noi è stato un ottimo pranzo!
Dopo un riposino, verso le 17:00 siamo andati a Pozzuoli in metro e poi a piedi, per circa un chilometro e mezzo, siamo arrivati alla Solfatara. Entrata a pagamento.
È di certo uno spettacolo quell’ambiente. Sembra di essere all’inferno: paesaggio aspro, senza vegetazione, pietre gialle, rosate, arancioni, fumi nauseanti che escono da buchi nel terreno.
La nostra esperienza è stata di avvicinarci ai fumi che vanno dai 70 ai 90°C e annusare l’odore di zolfo; giusto per un istante ovviamente, perché se rimani più a lungo svieni! I bambini avevano facce disgustate dall’odore intenso.
Stranamente ci sono pochissime persone; avevamo la solfatara quasi tutta per noi. È stato bellissimo poter analizzare in tutta tranquillità le formazioni, le fioriture alle bocche da dove uscivano i vapori, osservare i colori delle pietre.
I bambini si divertivano a correre tra le fumarole.
Ho capito in seguito il perché c’era pochissima gente: era il giorno di Pasqua e tutti se ne stanno a festeggiare. “Bene, abbiamo scelto il giorno giusto per la visita!”
12 aprile, Pasquetta.
Alle 8:45 siamo partiti in pullman dal parcheggio per la visita guidata a Napoli, quartiere la Sanità. Visita a Porta San Germano, piazza Cavour, via dei Vergini, alla casa dove nacque Totò, via della Sanità, chiesa.
Assaggiato le deliziose sfogliatelle e le ciambelle secche con strutto, pepe e mandorle. Sporco e immondizia nelle strade, degrado di palazzi e case, chiese chiuse con l’erba che cresceva tra le fenditure dei gradini dell’ingresso, intonaci scrostati; auto arrugginite da rottamare, senza ruote o parti varie, abbandonate nelle strette vie.
Durante la visita abbiamo conosciuto una famiglia che era in vacanza come noi, che aveva il camper alla nostra area di sosta. Abbiamo proseguito con loro la visita del Duomo, Santa Chiara e Spaccanapoli. Poi ci siamo lasciati e noi abbiamo continuato visitando i bellissimi presepi dove gli artigiani sono specializzati nella creazione tantissime statuine, lavorate nei minimi dettagli. Sono veramente uno spettacolo quei presepi, avrei passato giorni ad osservarli, tanti e vari ce ne sono.
Anche quel giorno essendo Pasquetta c’era pochissimo traffico. Buona idea visitare le città nelle giornate di festa, sono più tranquille.
Quindi abbiamo proseguito per via Toledo; siamo entrati nella splendida Galleria, tappa irrinunciabile di Napoli, dove ci siamo gustati un buon caffè mentre ammiravamo i magnifici palazzi che la compongono, i segni zodiacali in mosaico sulla pavimentazione e la grande, luminosa copertura in metallo e vetro.
Altra tappa la spettacolare piazza Plebiscito, con la Basilica circolare, il Palazzo Reale e altri importanti edifici; ci è piaciuto molto anche il Castel Nuovo dal quale poi siamo al arrivati al mare. Molto bello il lungomare dove ci siamo riposati gustandoci il panorama e la passeggiata di turisti e cittadini locali.
Nel tardo pomeriggio siamo tornati al camper. I bambini hanno corso in bicicletta e giocato a pallone con i nuovi amici.
13 aprile. Sotto la pioggia siamo andati a Pozzuoli e abbiamo preso il battello per l’isola di Procida. Coloratissimo il paese dove siamo approdati. Abbiamo fatto un giretto all’interno e in circa un quarto d’ora di cammino siamo saliti all’Abbazia di San Michele Arcangelo. Finalmente aveva smesso di piovere e ci siamo messi sul cucuzzolo panoramico a mangiare i panini. La vista da qui è un vero spettacolo!
Procida è un’isola affascinante e siamo stati contenti di averla visitata. Nel pomeriggio siamo ritornati al porto di Pozzuoli e rientrati al parcheggio.
Sistemato il camper siamo partiti per Caserta. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati al parcheggio della reggia. Io e Francesca abbiamo fatto un giro nel centro. Di ritorno abbiamo comprato due bistecche e una bella pizza napoletana che abbiamo mangiato sul camper. Nella notte pioggia.
14 aprile. Visitato con la guida i magnifici appartamenti e le stanze reali. Quando siamo arrivati ai giardini ci ha chiamato al telefono la famiglia che avevamo conosciuto due giorni prima. Ci hanno detto che anche loro erano lì. Così li abbiamo aspettati per proseguire la visita insieme.
Con il bus abbiamo raggiunto la parte alta del parco e visitato il bellissimo giardino inglese con piante da ogni parte del mondo, statue e una serra del ‘700. Siamo rimasti affascinati da questo giardino. Nel centro del grande parco della Reggia, lungo tre chilometri, le splendide fontane ci hanno stupito per la loro magnificenza e per le illusioni ottiche. Questo complesso è sicuramente una tappa consigliata per le belle emozioni che offre.
I bambini hanno giocato moltissimo, correndo di qua e di là per viottoli e prati. Nel ritorno si fermavano quasi ad ogni vasca della grandiosa fontana per osservare o dare da mangiare ai pesci.
Alle 16:00 arrivati al camper e “pranzato” con Jessica: pasta al pesto, pizza, mozzarella. Partiti verso le 18:00 per Narni in Umbria. Abbiamo viaggiato sempre insieme.
Lungo il percorso sentivamo delle vibrazioni sempre più forti e non capivamo cosa stesse succedendo. Poi Giuliano ha intuito che poteva essersi ovalizzata una ruota, così il nostro andamento è stato molto più lento. Alle 21:45 siamo arrivati a Narni.
15 aprile. Il gommista ci ha confermato che la gomma si era ovalizzata quindi era da cambiare. Nel giro di una mezzoretta aveva sistemato il problema e il nostro camper era di nuovo pronto per viaggiare.
Narni è una graziosa cittadina medievale, ricca di storia, situata al centro esatto dell’Italia, in provincia di Terni. Gli oggetti ritrovati in alcune grotte dimostrano come la zona era abitata già nel Paleolitico. È situata in collina, a trecento metri di altitudine, lungo l’antica via Flaminia. È una tappa importante in un viaggio in centro Italia anche perché è possibile fare visite guidate nella sorprendente Narni Sotterranea. Noi non abbiamo potuto visitarla perché bisognava presentarsi in orari prestabiliti.
Abbiamo preso l’ascensore gratuito per salire al paese antico, poi le vie pavimentate ci hanno invitato alla scoperta del borgo. Dopo una breve visita abbiamo preferito goderci alcune ore i relax dopo i continui spostamenti dei giorni precedenti. I bambini si sono svagati al parco giochi in un parco alberato del centro storico e io ho letto la guida. È stato piacevole per me godere di qualche ora di riposo sulla panchina all’ombra gli alberi.
Nel tardo pomeriggio siamo andati a Bullicame di Viterbo, dove ci sono delle sorgenti sulfuree a 37°C e oltre. I bambini hanno fatto il bagno e si sono rilassati, perché le sorgenti calde ti invitano a lascarti galleggiare. Sono molto piacevoli. Dopo una bella doccia ci siamo diretti verso Montefiascone e abbiamo fatto una breve visita nel grazioso borgo. Da lì abbiamo raggiunto il lago di Bolsena.
L’area di sosta segnalata era chiusa, così ci siamo parcheggiati in riva al lago. Cenato e dormito lì.
16 aprile. La mattina pioggerella. Francesca non ha voluto visitare Bolsena, perché voleva andare a casa. Così da sola sono salita nel bellissimo borgo fino al castello che ospita un museo; loro lo potranno visitare in un’altra occasione.
Nella tarda mattinata siamo partiti per Siena. Bellissima la strada panoramica tra le colline toscane, verdissime in questo periodo. Molto rilassante.
A Siena abbiamo cercato un posto per il camper, ma quando l’abbiamo trovato Giuliano non stava bene. La pioggia era fitta, il parcheggio era caro, dovevamo prendere l’autobus e chissà quando sarebbe passato. Così siamo andati poco più avanti, in una zona industriale e abbiamo mangiato una buonissima porchetta che avevo comprato da un ambulante.
Alternandoci nella guida abbiamo proseguito per Firenze; quindi autostrada per Bologna, Cremona. Cena al parcheggio dell’Autogrill. Ore 22:00, a casa!
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